Tutti noi dentro abbiamo qualcosa di mostruoso, che spesso si rintana nei più profondi meandri del nostro essere, e d'improvviso esplode, facendoci pensare cose che mai avremmo creduto di pensare, dire cose che non avremmo mai detto, fare cose che mai avremmo fatto... Non è logico, nè morale: è solo umano.
E' il nostro lato oscuro, è l'altra faccia della luna, al di là dell'immagine borghese e costruita di noi. Non bisogna avere paura. Si deve avere il coraggio di essere scomodi, far uscire fuori la follia, la verità dell'Essere.
Mary Shelley, una donna che non si accontentò mai di sopravvivere, e che fece del suo male di vivere la sua salvezza.
NOTE DI REGIA - "La struttura del testo in forma di ballata mi ha senza dubbio stimolata nel creare una partitura musicale che facesse da perfetto contrappunto al testo lirico.
La scelta dei brani è stata per me quasi fisiologica, immediata, salvifica: le immagini hanno trovato, di fronte ai miei occhi, una consistenza grazie e in virtù delle meravigliose musiche di Mozart, Chopin, Beethoven, Tchaikovsky di cui ho scelto movimenti particolari, con una sorpresa finale.
La mia regia si avvale di elementi scenici essenziali: lascia tutto alla forza e alla bellezza del testo poetico e della Prosa e alle Parole di questo personaggio straordinario, Mary Shelley che farò vivere sulla scena, talvolta spazio claustrofobico del suo io, talvolta spazio libero della sua immaginazione, intervallando il ritmo del suo soliloquio poetico a quello di altre sue “eteree” voci interiori, quella della Ragione (Voce narrante), quella di Polidori e quella di Frankenstein, ma soprattutto quella del suo grande amore Percy Shelley, interpretate da Aldo E. Castellani.