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Prigioniera della sua bellezza e protetta dai privilegi del censo che il matrimonio le aveva guadagnato, la contessa ungherese Erzsébet Báthory (1560-1614) altro scopo non ebbe nella vita che officiare il culto del pallore lunare di cui si tingeva il prorompere delle sue carni. Convinta che il sangue delle fanciulle vergini le garantisse un’avvenenza eterna, la Báthory aveva creato un sistema di morte perfetto per adescare giovani ragazze al suo castello e poi ucciderle al fine di tradurre il loro sangue nel cosmetico di cui aveva bisogno.

Ora, nel tempo scenico della nostra storia, chiusa nelle sue stanze in compagnia del fedele nano Janos, la Contessa subisce la visita degli armigeri che infine sono venuti ad arrestarla. Stavolta la donna non può evitare che il castello venga perquisito. Sa che a breve ogni orrore da lei commesso verrà alla luce, mentre già da oltre le finestre può scorgere il fumo dei roghi in cui bruciano le domestiche/streghe addette all’arruolamento delle vittime.

Il racconto che ne proviene ha la cadenza rivelatrice di un autentico noir, la cui protagonista si imporrà con la maschera mostruosa di una creatura ipnotica e seducente.

LA CASTELLANA, un noir

Uno spettacolo scritto e diretto da Giuseppe Manfridi.

Con Melania Fiore.

Rassegna Stampa

Musiche originali: Antonio Di Pofi

Costumi: Silvia Bruschini

Disegno Luci: Riccardo Santini

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